venerdì 17 aprile 2015

1° Fazione: I Vaganti


Ieri sera mi sono visto con il mio addetto al marketing. Abbiamo discusso a lungo e dopo due birre da 50 cl abbiamo notato che c'era ancora qualcosa che non andava nel gioco. Ok, il gioco ha delle belle regole e ora è divernte anche creare il proprio mazzo, ma chi odia un tipo particolare di zombie o ne vuole solo uno? E gli umani, vale a dire gli equipaggiamenti? Se voglio un mazzo che si basi solo in armi corpo a corpo o uno solo con armi a gittata dovrò prima scartare tutte le carte che non mi piacciono?

Anche Elflum aveva espresso le sue perplessità a proposito: nel gioco utilizziamo gli zombie, ma chi vuole un approccio più da sopravvissuto e immedesimarsi tale
Così sono nate le fazioni che poi ho deciso di chiamare "rivalità". In fondo, ogni singola fazione è composta da un gruppo che odia gli altri e che combatte costantemente con un tipo di zombie dedicato a loro! Ci saranno quattro rivalità che presenterò ogni giorno pubblicando prima un racconto e poi parlando delle sue particolarità. Metterò anche foto di film o telefilm che vi daranno un'idea più precisa di come saranno sopravvissuti e zombie. La fazione fazione che presentiamo oggi è quella forse più famosa: i Vaganti (o, se preferite, Superstiti).


<<L’ho preso, l’ho preso!>> - esultò la ragazza sopra il tetto del casotto.

<<A megghiu cosa.>> - aggiunse l’anziano sotto di essa.

Carla era giunta nella villa di Don Peppe da pochi giorni, ma si era già dimostrata un’ottima tiratrice. Una benedizione, considerando che nella stalla a qualche centinaio di metri della villa della famiglia si era stabilito un gruppo di reietti mutanti e il loro seguito di non morti.

<<Non ho fatto chissà che, ho solo sparato alla medusa che Antonio aveva già buttato giù con la sua carabina.>> - disse Carla scendendo dal casotto e salutando Antonio da uno dei balconi della villa.

<<Il colpo d’emergenza è una regola da onorare sempre.>> - rispose il vecchio - <<Dobbiamo stare sicuri che non si alzano.>>

Carla apprezzava il fatto che il suo interlocutore si sforzasse di parlare in italiano. Tutti la trattavano bene in quel luogo, persino Don Peppe, il padrino, la considerava come una figlia. Guardò per un istante gli zombie che si sporgevano dalle sbarre del cancello della villa: uno di essi era solo un bambino ma c’erano anche un barbone, un poliziotto e persino una donna con un vestito da sposa.

<<Va bene, ma non capisco per quale motivo abbiate dato ordine di eliminare quello zombie. Era bello grosso, poteva tranquillamente dare delle noie all’altro gruppo di uman…>>

<<Non sono umani!>> - urlò l’anziano mafioso verso la ragazza - <<una volta lo erano, ormai sono solo schifezze.>>

Il vecchio si ricompose. Le domande di Carla erano legittime e si stava comportando da cafone con qualcuno che ormai faceva parte della famiglia.

     <<Devi scusare.>> - aggiunse quando notò il viso rabbuiato della ragazza - <<non volevo alzare la voce. E’ che secondo me tutta la colpa è di loro. Insomma, prima non c’era 'stu manicomio, com’è che a un certo punto chi muore si risveglia come nei film? E quelli là, io li ho conosciuti, alcuni di loro dicono di essere umani ma se li guardi fanno ancora più paura degli zombie che combattiamo: gente con tre occhi, tentacoli o falci al posto delle braccia… Secondo te sono normali?  Certe volte si deformano così tanto che sono costretti a buttarli fuori in mezzo agli altri non morti Perché non ci bastava un tipo solo di mostri...>>

      <<Quindi quelli che circondano l’altra abitazione non sono zombie contro cui i mutanti combattono, giusto?>> - chiese Carla

     <<Invece lo sono, però anche se li combattono perché non riescono a trattenerli, a volte riescono a entrare in… Come dici tu che sei alletterata, confidenza?>>

<<Simbiosi.>> - lo corresse la ragazza sorridendo.

<<Ecco, quella cosa lì. Da quello che ho capito li controllano con la mente, ma non tutti i mutanti ci riescono. Alcuni prendono dei farmaci per poterlo fare, altri si fanno persino infettare. Una volta abbiamo catturato uno dei reietti e ci ha detto che non riescono a controllarli tutti perché influenzati dall’odore del nostro sangue. Per questo ci vogliono ammazzare, bastaddi...>>

Il vecchio vide qualcosa nella terra di un vaso: un mozzone di sigaretta. Si poteva ancora fumare, magari era stato proprio lui a buttare, in tempi migliori, quella mezza sigaretta. Prese una scatola di fiammiferi dalla tasca, di quelli ne avevano in abbondanza in villa, e accese il mozzicone. Poi, dopo aver inalato un po’ di nicotina, continuò il suo discorso.

<<Ho visto mutanti con due teste e braccia più lunghe del corpo o con bubboni che vanno scoppiando e infettano le persone vicine. Di tanto in tanto qualche loro non morto viene a unirsi con quelli qui fuori e alcuni dei nostri vanno da loro.>>

    La ragazza continuò ad ascoltare l’anziano senza far caso agli strafalcioni grammaticali delle sue frasi. Se in passato le avessero detto che si sarebbe unita a un gruppo di mafiosi avrebbe risposto di preferire la morte, ma quel gruppo l’aveva salvata dalla folla di vaganti che la seguiva.

     <<Gli zombie mutanti sembrano più pericolosi di questi.>> - disse indicando la folla al cancello.
   
    <<Se, vabbé>> - le disse l’uomo porgendole un binocolo - <<guarda verso il granaio.>>

     Carla guardò il granaio e vide un enorme vagante. Era diverso dai vari zombie pieni di tentacoli o altre deformazioni e diversi reietti di tanto in tanto uscivano dalla stalla tentando di ucciderlo con forconi o altri attrezzi da lavoro.
   
      <<Si chiama Davide.>> - aggiunse il vecchio - <<Noi per sfotterlo lo chiamavamo sempre Davide e Golia, visto ca era quanto un armadio.>>

      Rise e tossì. In quel momento si sentì come se fosse tornato il cinico criminale che era un tempo.

        <<Ogni tanto Davide e Golia usciva fuori e ci spaccava la testa ai vaganti solo con i tirapugni.>> aggiunse - <<Io glielo dicevo: Davide quacchi ghionno uno ri chiddi ti muzzica e tu arresti fora che vuol dire qualche giorno uno di quelli ti morde e resti fuori.  Ma lui niente, testardo e cocciuto. E così è rimasto fuori.>>

        <<Come avete fatto a mandarlo da loro, allora?>> - chiese la ragazza.

       <<Ormai conosciamo i vaganti.>> - rispose il vecchio - <<Sono più lenti dei mutanti ma maggiori come numero. Abbiamo visto pure che più sono grossi più è facile influenzarli, se vedono un razzo segnaletico o un animale loro lo seguono. Magari quando usiamo questi trucchetti dall’altra parte passa solo quello alla fine della fila che c’è qui davanti, ma se…>>

       Il viso dell’uomo si riempì di sangue, riuscì appena a scorgere il tentacolo appuntito uscire dall’occhio di Carla dopo averle trafitto la testa da dietro.

     <<Figghiu ri buttana.>> - urlò mentre sparava al Vagante con la propria lupara. Altri colpi arrivarono allo zombie da parte dei cecchini.

      <<Giuvà, chiama all’autri.>> - urlò a un tiratore appostato nel balcone.
  
      <<Oh, calma, era uno solo!>> - disse il nuovo arrivato
  
     Gli uomini si bloccarono tutti, calmandosi all’istante. Dai gradini della porta della villa scese un uomo vestito interamente di bianco. Andò verso il colpo della ragazza e le accarezzo il viso.

      <<Era na bedda picciotta.>> - disse.

     <<Non l’aveva visto nessuno.>> - aggiunse uno dei picciotti accorso in quel momento - <<Capace che era lì da prima, ma Carla era a distanza di sicurezza.>> -
    
      <<No, basta ora.>> - disse l’uomo in bianco - <<Preparate i materassi.>>


      <<Sì, Don Peppe.>> - rispose il vecchio con il viso ancora sporco del sangue di Carla.