martedì 14 maggio 2013

Come demoralizzare uno scrittore



La frase è presa da una fascetta. Ringraziamenti al sito Fascetta Nera

 Oggi ho venduto l’ultima copia de “Lo Spettro Morente” fra quelle ordinate del mio centro commerciale (questo qui). Quando l’ho fatto presente a una persona che mi aveva detto che non ci sarei mai riuscito, mi sono sentito dire subito una frase stupida. La frase la troverete alla fine dell’articolo, nel frattempo gustatevi una puntata speciale de “Le frasi da non dire a uno scrittore”.

Questo post è il primo che scrivo in fasi. Negli altri articoli avete trovato tutte le frasi dette prima o dopo la pubblicazione, questa volta voglio pubblicare qualcosa che ha a che fare con il durante. L’articolo è dedicato a chi vuole intraprendere l’attività dello scrittore, giusto per farvi capire cosa vi aspetta.

Fase uno: Ma non l’hai ancora finito?


Quando iniziate a scrivere un libro, la prima cosa che vi viene detta è che non siete in grado, che per scrivere un libro ci vuole una cultura formidabile. Cultura che siete consapevoli di non avere e potreste anche rinunciare al vostro sogno se la critica non venisse da qualcuno la cui lettura più colta è rappresentata dalla pagina sportiva del quotidiano locale. Come se non bastasse vi verrà fatta fretta, continueranno a farvi sempre la stessa domanda innumerevoli volte e verrete tentati dal proporlo senza correggerlo. Se non demorderete sappiate che vi aspettano domande ben peggiori.
Nel frattempo in libreria:
e vi ho risparmiato Totti...
Fase due: Non prendono nessuno senza raccomandazione.


Questa è la più grande idiozia che si possa sentire. Al contrario di altri ambienti, nel mondo della scrittura la raccomandazione è spesso addirittura deleteria. Un editore deve già affrontare le crisi da prima donna dei propri autori, figuratevi se considera anche quelli che gli vengono proposti. Quelli che vi dicono così di solito sono gli stessi che vi consigliano d’andare con le case editrici a pagamento. Siete troppo modesti per potervi permettere un contratto gratuito. In alternativa vi verranno proposti editori assurdi, roba come Mondadori o Feltrinelli, e vi verrà continuamente ripetuto che state aspettando troppo. Non è vero. C’è gente che ha atteso persino anni prima di veder avverarsi il proprio sogno. 
Nel frattempo in libreria:
In me non ce n'è, brutto drogato di m[eddai ndTimejin]
 Fase tre: Ma quando esce? Mai?

E’ fatta, avete firmato il contratto con una casa editrice onesta (magari con la Libro Aperto Edizioni) e ora siete curiosi di vedere la vostra copertina (nel caso in cui ci stia pensando la casa editrice). A questo punto vi verrà chiesto quando arriva il libro negli scaffali, perché non si trova in giro, verrete messi a paragone con autori pubblicizzati. Finché il libro non uscirà.
Nel frattempo in libreria:
e non avete visto l'album di figurine!
Fase quattro: Non venderai manco una copia.
  (e caro correttore di Word sappi che dicono proprio manco...)


Magari è vero. O magari no, visto che v’impegnerete con tutta la vostra forza. Qualche copia la venderete inizialmente a chi vuole incoraggiarvi e quelle poche persone (una o due) ci riusciranno davvero. Altri, i demoralizzatori, vi chiederanno quanto avete venduto di preciso, come se la casa editrice fosse sempre pronta a darvi i numeri.
Nel frattempo in libreria:
magari in un INTERA PARETE della libreria
A questo punto potrebbe capitarvi di tutto, magari venderete pochissimo e vi convincerete che questo libro potrà servirvi da curriculum per le prossime proposte (in fondo avete pubblicato con una casa editrice NO EAP), magari farete solo esperienza e il prossimo sarà una figata ma anche se riuscirete a raggiungere l'obbiettivo che vi siete proposti, il verdetto sarà sempre lo stesso:

Hai venduto solo a quelli che conoscevi!

Nel frattempo in libreria, anche magari in una sola delle librerie che conoscete...

gné gné