giovedì 3 gennaio 2013

L'Ispirazione: Edgar Allan Poe


Inizia da oggi una serie di articoli riguardanti gli artisti e le opere che hanno ispirato la Saga degli Spettri e quella d'Hymera. Non mi limiterò a parlare solo di scrittori ma anche di disegnatori, musicisti, opere d'arte o, perché no, semplici amici. Ovviamente non aspettatevi le solite biografie che potete trovare su qualsiasi sito sparso per la rete, come presto vedrete gli articoli saranno basati su ciò che tali soggetti mi hanno ispirato. Iniziamo con il mio scrittore preferito, colui che ha dato vita a ben due generi letterari, l'horror e il poliziesco; se non l'avete riconosciuto dalla foto qui a sinistra vergognatevi e andate a comprarvi un'antologia dei suoi racconti, gli altri li lascio all'articolo riguardante Sir Edgar Allan Poe.



A Poe devo tutto: la mia passione per il fantastico, l'odio per la banalità, la mia fantasia. Ogni singolo lato del mio carattere, ogni singolo personaggio che lo rappresenta, sono associati aqualcosa che lo riguarda.
Dura dover scegliere
un'immagine per Il Gatto
Nero...

Il fanatico Tynebra per esempio, la mia testardaggine e il mio coraggio, nascono come segno di protesta verso una professoressa di lettere, una pessima professoressa. Avevo già letto Poe, conoscevo diversi racconti e fra di essi “Il Gatto Nero” era sicuramente quello che più entusiasmava l'allora non ancora maggiorenne appassionato di videogames. Sia chiaro, non ero un asso a scuola, forse perché trovavo i libri di testo noiosi, compreso quello d'italiano. Proprio sfogliando quest'ultimo scoprii con mio sommo stupore che uno dei racconti da studiare era proprio Il Gatto Nero. Beh, vi lascio immaginare la mia reazione quando la mia insegnante lo saltò facendoci semplicemente leggere Il Maelström. Per carità, un bellissimo racconto, ma porco Nagash: IL GATTO NERO! Stiamo parlando di uno dei più bei racconti di tutti i tempi, scritto con un'analisi caratteriale disarmante.
Insomma, il gatto viene rappresentato come un bastardo vendicativo in grado d'incutere timore e follia e chi adora queste fantastiche creature sa benissimo quanto ciò possa essere vero.
Fatemi un favore, se un giorno la vostra maestra o professoressa vi farà studiare Poe, proponete Il Gatto Nero o la Sepoltura Prematura o ancora Lo Scarabeo d'Oro. Ribellatevi come farebbe Tynebra nella sua chiesa!
Se penso a quanto mi ero
esaltato per la locandina!
Per quanto riguarda Antoine, beh... Stiamo parlando di un cavaliere romantico e depresso. Come uno scrittore tormentato da Il Corvo e ovviamente parliamo della poesia, non di quella porcheria trasmessa al cinema, dove Poe viene rappresentato come un un babbione che ha paura del suo “nepente”. Mr Raven (lo chiamavano proprio così ai tempi, non so voi, ma trovo la cosa veramente triste) era fiero d'essere alcolizzato.
Riguardo il Barone, che in principio era il nickname di un hacker conosciuto in Spagna, sembra aver preso a piene mani dai suoi racconti. Tortura i suoi prigionieri con l'ipnosi, un po' come i beneficiari del mesmerismo ne Lo Strano Caso del Signor Valdemar; evoca figure femmili come Morella; è torturato da qualcosa apparentemente innocua, vale a dire il gusto del sangue, e per esso è pronto ad uccidere così come lo sarebbe un folle per un semplice occhi di vetro ne Il Cuore Rivelatore. Eppure l'aspetto del Barone nasce semplicemente per rappresentare un cattivo sempre serio, incapace di ridere, un despota e tiranno con cui nella realtà ho molto avuto a che fare e che da piccolo vedevo come idolo. Qualcuno che non riesco ad odiare.
Gnazak, infine, si riflette in una semplice frase:

Gli uomini mi hanno chiamato pazzo; ma nessuno ancora ha potuto stabilire se la pazzia è o non è una suprema forma d'intelligenza

Perché bisogna essere pazzi per scrivere come faceva lui, in maniera semplice e varia, incapace di rendere noioso un qualsiasi racconto.
Come già detto, devo tutto a Poe. Se pensate che leggere un racconto inquietante o una poesia triste possa farvi sentire peggio, beh, ripensateci, perché è anche grazie a lui se adesso sto inseguendo un sogno abbandonando i miei incubi, gli stessi incubi a cui ho deciso di non soccombere...



...mai più.