com'è che non ho visto questa puntata? |
Dopo una lunga assenza durata più di due mesi, rieccomi qui con gli articoli giornalieri. Di libri letti ne ho a bizzeffe, di film da distruggere pure.
Vi spiegherò più avanti con un articolo ad Hoc perché sono stato assente, per ora mi limito ad annunciarvi che gli appassionati di morti viventi troveranno particolarmente interessante. Pensate un po': il Diario di Godlove dovrà lasciare posto a una serie di articoli che ne parla. Non posso dire altro, se non anticipare che si tratterà di un progetto legato solo ed escluscivamente agli zombie e che non sarà né un romanzo né una serie di racconti.
Dagon
Estremamente deluso da questo libro. Ho comprato in edicola quest’Urania un po’
per il titolo, un po’ perché ero rimasto piacevolmente sorpreso da I Vermi
Conquistatori. L’inizio non è male: c’è un predicatore con una moglie gnocca
che va ad abitare in una villa di famiglia e che, dopo aver conosciuto i
giardinieri che vivono nella loro proprietà, comincia ad avere strane
sensazioni e a fare incubi, oltre a sentirsi sessualmente attratto dalla figlia
di uno dei servienti. Fin qui tutto bene e anche più avanti quando ho un raptus
omicida, poi il libro diventa veramente noioso. Lui diventa completamente
sottomesso alla ragazzina e rinuncia a tutto trasformandosi in una specie di
larva umana. I riferimenti lovecraftiani sono interessanti, ma ce ne sono
davvero pochi. A essere sincero ce n’è solo uno: la parte in cui si ricorda del
sermone dove spiega la presenza di Dagon nella Bibbia. Non so, sarà che in un
libro chiamato Dagon io voglio vederci proprio Dagon, ma la delusione è stata
troppo cocente. Tra l’altro è anche presente un’altra storia, tanto per
giustificare il prezzo e aumentare le pagine del libro.
Voto: 4,5
Consigliato a chi: vuole un horror psicologico, neanche tanto horror
La parte più bella del libro: Il sermone
Batman Italian
Invasion
Ho comprato questo volume
spinto dalla voglia di leggere un fumetto DC. Ho fatto male, anche questa volta
sono rimasto deluso. Sei storie, alcune incomprensibili per chi non conosce l’universo
DC (quella di Lanterna Verde non l’ho capita nemmeno io che per lo meno sono
appassionato del cavaliere oscuro), altre inutili (come quella di Gordon che non mi ha detto niente) e
altre solo nella media. L’unica particolarmente degna di nota è quella ambientata
nel manicomio di Arkham, ma come le altre è brevissima.
Per il resto, l’unica
motivazione per acquistare questo volume sembrerebbe quella di vedere i disegni
di artisti italiani (lo so che il titolo tende a fuorviare, d'altronde l'invasione italiana nel mondo già c'è stata...). Magra consolazione per l’importo speso.
Non comprerò mai più fumetti d’impulso.
Voto: 4
Consigliato a chi: vuole vedere delle belle art e non conosce internet.
La parte più bella: La spavalderia di Due Facce e le tette di Catwoman.
The Host
Lo so che lo stavate
aspettando e finalmente l’ho terminato. Leggendo il libro che tanto è piaciuto
al Frusciante, pensi solo una cosa: la fortuna sorride agli incapaci e per
fortuna non intendo certo il successo, dettato piuttosto dal pessimo gusto dei
lettori e da astute strategie di marketing. The Host è carino, non bello,
rasenta il sei solo per l’intuizione della Meyer d’aver creato un’idea originale
(e nemmeno tanto per chi ha visto film come L’Alieno) sviluppata inizialmente
in maniera ottima. Dico inizialmente perché poi il romanzo scade nella solita
storiella “volemose tutte bene” dove c’è il solito tizio che rompe le balle
perché non dev’essere d’accordo con gli altri.
In sostanza, ci sono degli
alieni che, una volta sbarcati in un pianeta, prendono possesso dei corpi degli
“ospiti” (come già detto nei vecchi articoli, per ospite s’intende anche l’ospitante).
Uno di questi alieni però prende possesso di un corpo in cui resta intrappolata
la coscienza della persona originale e, guidato proprio da essa, va a finire nel
covo di un gruppo di ribelli umani. E fin qui, nonostante certi dubbi che
esporrò nella recensione su Scrittevolmente, va bene. Il problema è che l’alieno
e il suo ospite stanno per tutto il libro a discutere e a ripetere allo
sfinimento certi comportamenti, chiedendosi se sono accettati dagli umani, se saranno
uccisi, eccetera…
Il finale è buonista da fare
schifo.
Mettiamola così: l’idea è
geniale e se fosse caduta in mani più capaci (anche di quelle del sopravvalutato King) ne
sarebbe uscito un capolavoro, Peccato sia venuta a quella che crea vampiri con
gli strass.
Voto: 6
Consigliato a chi: vuole smettere d’avere incubi ogni volta che legge
il nome Meyer.
La parte più bella: quando spiegano perché l’aliena che perseguita la
protagonista è così ossessionata dal conseguire il suo obiettivo.