venerdì 1 marzo 2013

Report Festival Tra le Righe



Come sarà mai andato il festival? Una domanda che ormai mi sento ripetere fino allo stremo; peccato che appena cominci a parlare la gente si aspetti che dica “ti ho portato una copia” cercando poi una scusa per andare via dicendo “ah, ma c’erano solo libri…”
Che porco Nagash volevate che trovassi ad una fiera della piccola e media editoria, una rassegna di calciatori? 
A pensarci bene non ho trovato solo libri, c’erano anche altre robe come Don Backy, altre case editrici, altri autori, i custodi e… E leggetevi il report no? 
Avvertenza: il post è stato scritto dopo esser stati posseduti da un giullare goblin. La visione da parte dell'editrice può portare all'espulsione dal suo cataologo libri. La grandezza del carattere di questa scritta è stata scelta per farvi perdere un paio di diottrie.

Arrivo a Milano presto e dopo aver preso il bus shuttle per la stazione centrale e giunto lì mi lancio dentro il tram per arrivare nella casa del primo custode, che si è offerto di ospitarmi. Dopo una giornata passata a cazzeggiare è tempo di prepararsi per andare in Fiera. Fuori piove, ma la tentazione di vestirmi da scrittore dark è troppo forte, quindi opto per il cappotto di pelle lungo e la collana con scudo e croce a forma di spada (sono uno scrittore fantasy, mica Schifalzini e Pirilletti…).
La metropolitana mi porta a Cinisello Balsamo e il Tram alla biblioteca “Il Pertini” che ospita l’evento.
Comincio subito col dire che il posto è fantastico, bagni pulitissimi, entrate e uscite ovunque, ascensori e personale a portata di mano e persino uno spazio dove giocare a scacchi. Cominciamo bene!
La Libro Aperto si trova al secondo piano, mi avvio subito sul posto e trovo ad accogliermi la Dottoressa Senese e suo Marito.
Che adora Sam Raimi e l’horror.
E ne capisce di cinema.
Figata.

Comunque, mi ritrovo nel banco, l’editrice chiede una sedia agli organizzatori per farmi sedere e mentre tutti mettono esposti i libri, guardo il mio. Gli altri mi fanno notare che di fronte a me era presente Don Backy.
Quello de L’immensità.
Quello nel Juke Box dei Muratori di Mai dire goal.

Tuo figlio si droga!

Comunque, in fiera ho avuto il piacere di conoscere gli autori della mia casa editrice. Vediamoli nel dettaglio.

Elisabetta Raviola
Un’avvocata.
Non avvocatessa o avvocato, il Word con licenza che ho appena comprato vuole che scriva un'avvocata e per evitare continui richiami mi tocca farlo contento.
Ma dicevamo: cos’avrà mai scritto un’avvocata?
No, nessun giallo, ha scritto un sentimentale intitolato “E più in alto ancora” che ho provveduto a chiamare erroneamente “E ancora più su”, “E sempre più in alto” e in altri modi facendo la figura del niubbo sdrammatizzando con battute riguardanti il titolo e la posizione che si apprestava ad avere nella classifica. Robe del tipo "Il romanzo della Raviola raggiunge vende alla grande rimanendo in classifica e sempre più in alto".
Sfortunatamente non posso pubblicare alcuna immagine, ma il romanzo uscirà il mese prossimo e lo troverete come al solito nel sito della Libro Aperto Edizioni e sui maggiori canali di vendita online. Lo stesso dove trovate Lo Spettro Morente.
Ho avuto il piacere di pranzare con lei e con il suo fidanzato.
Un pittore.
Figata.

Eleonora Bonpane
Quando me l’hanno presentata l’ho scambiata per un’elegantissima scrittrice di romanzi gothic, ma anche questa volta mi sono sbagliato. La Bonpane è l’autrice de La Sottile visione dell'altalena, romanzo romantico scritto in maniera superba.

"Lo stai dicendo solo perché scrive nella tua casa editrice."
Andate a leggervi l’anteprima e tornate a leggervi Licia Troisi se non ci credete.
Tra l’altro il prossimo romanzo sarà di genere diverso. Autori che scrivono tanti generi nei loro romanzi. 
Non come per Lo Spettro Morente dove ogni capitolo è di un genere diverso, ma per quello dovrei essere strano. E io non lo sono...

Adriana Passetto
Un viso chiamato serietà. 
A parte gli scherzi, Adriana è una che s’impegna da tantissimo. Non stava un attimo ferma, sempre lì a sistemare libri, a parlare delle prossime fiere o a cercare di risolvere un qualche problema al pc. Uno di quei collaboratori a cui nessuno rinuncerebbe. Mica schifalzini e pirilletti. E poi ha scritto il libro Donne, come sopravvivere.
Non l’ho mai vista sorridere ma ha scritto un manuale dal titolo e dalla copertina che un sorriso riescono a strappartelo.
E lavora nella mia casa editrice
Figata.

Franco Limbardi
Il cui racconto è apparso nella raccolta Diari diViaggio. Fa il libraio, ma non il solito libraio pieno di complessi che deve per forza prendere in giro Fabio Volo solo perché gli altri lo fanno su internet.
Ho letto da qualche parte che il vero motivo per cui si sono estinti i dinosauri
è perché nessuno li accarezzava.  Bisogna sperare che l'uomo non faccia lo 
stesso stupido errore con le donne.
che bello sono riuscito ad inserire la frase dei dinosauri!
No, il signor Limbardi è prima di tutto una persona informata, uno di quelli che se ti parla delle sfumature lo fa dopo esserselo letto tutto, aver studiato le statistiche di vendita senza desiderare il risveglio di Cthulhu ed esser riuscito ad ottenere il capello di E. L. James per studiarne il DNA. Praticamente e entri nella sua libreria, sa consigliarti il giusto romanzo.
Per esempio: mettiamo che tu sia un appassionato fantasy, potrebbe consigliarti Lo Spettro Morente.
Tra l'altro è venuto da Cagliari, mica Schifalzini e Pirilletti.
Per la cronaca, "mica Schifalzini e Pirilletti" è una frase che utilizza uno dei personaggi della saga d'Hymera. Ne parleremo in futuro.


Antonella Senese
Che inizialmente immaginavo così:
Che però non è la classica stronza altezzosa, anzi… Ha scritto un romanzo, Le parole che restano, di quelli che quando ti viene il momento da sono frustrato, voglio andare su facebook a dire quanto Grillo sia dietro un complotto, quanto Bersani sia vecchio e quanto Berlusconi non si meriti di vincere anche se non ha vinto ti stende i nervi manco fosse un massaggio di Toki di Ken Shiro. Che ha i capitoli di due pagine, robe mai viste. Che ha offerto tarallucci e vino per il mio aperitivo anche alle case editrici vicino. Che ha trovato autori di tanti generi per i suoi libri (c’è persino una specie di Ken Follet che ha scritto un libro intitolato Tempi Moderni). Che ha creato dal nulla una casa editrice che non prende in giro gli autori chiedendo contributi come ha fatto un’altra che mi ha mandato un contratto con una richiesta di settecento euro PER UN’INTERVISTA!

Menzione d'onore per il tizio che si sente scrittore che è venuto a trovarmi in Fiera. Il dialogo è stato pressapoco: 
- Ma quante copie ha stampato la tua casa editrice?
- Guardi, io sono un autore, non faccio parte dello staff, ma non l'ho mai chiesto. Non me le hanno mai fatte mancare, quindi non vedo perché dovrei saperlo.
- Lo dico perché anch'io sono autore, anche se mi autoproduco, non sono certo uno di quelli che si fa pubblicare da una casa editrice
e credetemi, l'ha detto con tono snob
- Davvero? E cosa scrive?
- Poesie

Ah beh, allora...

Comunque, il Festival si è concluso domenica, quando i custodi sono venuti a prendermi (guardatevi il trailer per sapere chi sono i custodi, capitolo 6-7-8). Magari non ve ne frega niente se ve lo dico, ma ritrovarmi con Kram e Selina è stato meraviglioso. Peccato solo che il terzo custode fosse in Inghilterra. Quando ho lasciato Selina e sono tornato in macchina, stavo quasi per piangere. Avevo lasciato il secondo, presto avrei abbandonato il primo e non avevo nemmeno incontrato il terzo...
Beh, che ci crediate o no, mentre lasciavo l’oscura Cinisello Balsamo, ho visto passare un autobus con una scritta il cui ricordo una volta giunto in aereo una lacrima me l'ha fatta uscire davvero:
Nova.